Cosa può fare una colf in gravidanza
Nel caso in cui la collaboratrice domestica comunichi al datore di lavoro di essere in stato di gravidanza occorre valutare inizialmente la compatibilità delle mansioni svolte abitualmente dalla colf o badante con lo stato stesso di gravidanza.
La collaboratrice non può infatti svolgere mansioni gravose e dannose anche se le attività di addetta alle pulizie o addetta all'assistenza delle persone non sono in assoluto vietate.
Risulta sicuramente vietato l'impiego di agenti chimici, quali:
- sostanze etichettate R 40; R 45; R 46 e R 47 ai sensi della direttiva n. 67/548/CEE;
- agenti chimici che figurano nell’allegato VIII del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e s.m.i.;
- quelli che espongono alla silicosi e all’asbestosi, nonché alle altre malattie professionali di cui agli allegati 4 e 5 al dpr 1124/65 e s.m.i.: durante la gestazione e fino a 7 mesi dopo il parto.
e sono vietati altresì i lavori faticosi, quali:
- movimentazione di carichi e/o pazienti e i lavori di manovalanza pesante;
- movimentazione manuale di carichi pesanti che comportano rischi, soprattutto dorsolombari;
- i lavori su scale ed impalcature mobili e fisse;
- assistenza a persone con disturbi di personalità (rischio di reazioni improvvise e violente);
- contatto con liquidi biologici infetti (rischio biologico);
- stazione eretta prolungata e lavori pesanti per oltre la metà dell'orario o che obbligano ad una posizione particolarmente affaticante.
è inoltre vietato il compito di assistenza notturno.
Allo stesso tempo sono compatibili con lo stato di gravidanza diversi compiti svolti normalmente dalla colf o dalla badante nel lavoro domestico:
- spolverare o compiti di pulizia leggeri;
- utilizzo di elettrodomestici (lavastoviglie, lavatrice, aspirapolvere);
- stirare per brevi periodi, alternando lo stazionamento in piedi con altri compiti o pause;
- fare la spesa portando pesi inferiori a 10 kg;
- cucinare;
- assistenza di persone autosufficienti e non autosufficienti (ma senza la movimentazione di queste ultime non accompagnate da altre persone e senza ausili come sollevatori, etc).
Una volta verificato che la collaboratrice può svolgere in sicurezza le faccende cui solitamente è preposta o alle nuove mansioni cui può essere assegnata a seguito dello stato di gravidanza, risulta indispensabile chiedere alla lavoratrice di farsi rilasciare un certificato da parte del ginecologo che attesti l'idoneità al lavoro nelle nuove mansioni.
Congedo anticipato
Nel caso di mansioni gravose o che prevedono lo spostamento di pesi la collaboratrice dovrà farsi rilasciare dal proprio ginecologo un certificato che conferma lo stato di gravidanza e la data presunta del parto. Il datore dovrà poi richiedere immediatamente la domanda di maternità anticipata, senza attendere nemmeno un giorno (attenzione: è prevista una sanzione penale per chi consente alla colf/ badante di lavorare in una situazione a rischio) e inviarla all'Ispettorato Nazionale del Lavoro competente per territorio unitamente al certificato di gravidanza.
Per maggiori informazione è possibile consultare anche questa nostra pagina con ulteriori informazioni (collegamento domanda anticipata).