Come ho già scritto, a mio parere non abbiamo alcun potere contrattuale. Le sigle accreditate per la trattativa sono quelle che sono e tutelano chi sappiamo, i sindacati prendono soldi sia dalle famiglie che dalle badanti , noi siamo disseminati per l’Italia e pur essendo oltre mezzo milione di famiglie (quelle regolari) non abbiamo una vera rappresentanza . Le cose che si fanno di solito in situazioni analoghe sono le manifestazioni, azioni idonee a sensibilizzare media e di conseguenza i cittadini e i poteri forti su un problema. Oggi abbiamo la ‘fortuna’ di poter contare su uno strumento che fino a pochi anni fa non esisteva: la rete. Via rete ci possiamo confrontare, possiamo contattare stampa , tv, indignati speciali, Striscia, e perfino politici. Possiamo anche al limite organizzare, se siamo della zona, presenze fisiche davanti a palazzi del potere o addirittura a sedi della cassa portieri, dove chi non abbiamo mai delegato sta decidendo del nostro futuro, preavvertendo magari sempre via rete qualche giornale o programma TV. Non mi vengono altre idee, se non quella del darsi fuoco, ma con quel che costa oggi la benzina, prima è forse meglio tentare altro.anonimo ha scritto: ed allora che si può fare di concreto??
Visto che il mercato in questo momento offre molta disponibilità (mi han detto che sono entrate un sacco di lavoratrici* dell'Est da Portogallo e Spagna che proprio non se le possono più permettere) io dico licenziare dopo aver trovato (col tempo che ci vuole) un'altra persona da assumere al minimo del CCNL (che già non è poco) per un numero di ore congruo (diciamo 42?) e che si paghi la sua quota di contributi INPS. Intanto molti risparmierebbero qualcosina e forse lassù comincerebbero a capire che la corda a forza di tirarla.....
* lavoratrici perchè di fatto nessuna o quasi di costoro è una badante, sono semplicemente emigranti che cercano (e trovano) fortuna all'estero.