Non era mia intenzione esprimere critiche al tentativo di sensibilizzazione della politica. Ho voluto porre in evidenza che fra tutte i soggetti che possiamo sperare di smuovere, quello che al momento mi sembra il meno disponibile è l’attuale ministro del lavoro e delle politiche sociali, pur essendo nelle sue competenze l’attenzione alle problematiche delle famiglie. Una risposta della politica, se ci fosse, sarebbe il massimo, ma il momento economico e l’assoluta impossibilità attuale di incrementare la spesa pubblica credo siano un ostacolo oggettivo ad un mutamento che sarebbe epocale. Ben diversa ritengo invece la probabilità di smuovere altri soggetti più direttamente impegnati (o che dovrebbero esserlo) sul rinnovo delle condizioni normative ed economiche. Io stesso ho cercato i contatti, come ho già scritto, all’insegna del ‘tentar non nuoce’.
Quello che più mi infastidisce, di tutta la questione, è la sensazione che non si ha alcuno strumento valido per opporsi. Un datore di lavoro ‘normale’, un’azienda, a fronte di un aumento dei costi del personale può almeno adeguare i prezzi di vendita dei prodotti o servizi. Se non riesce comunque a starci dentro, può ridurre il personale , sospendere temporaneamente la produzione e invocare ammortizzatori sociali, e, extrema ratio, chiudere l’attività. Noi non possiamo far nulla di tutto ciò. Non possiamo neanche fare la ‘serrata’, e lasciare il lavoratore fuori dall’ambiente di lavoro. Noi e i nostri anziani non abbiamo, come ho scritto in precedenza in questo thread, alcun potere contrattuale, e siamo costretti ad accettare , con minaccia velata ma realistica di vertenza, qualunque ignominia ci venga imposta. L’unica cosa che potremmo fare, ed avrebbe sicuramente effetto (ma è solo un sogno): licenziare TUTTI la badante e sostituirla noi, diciamo per un mese(senza dirlo). Allora, sì, saremmo al centro dell’attenzione, con un milione di persone senza lavoro e alloggio che si precipitano tutte insieme negli uffici dei loro beneamati sindacati …