Fosse solo quello.
La piattaforma di rinnovo, così come anche l’attuale contratto scaduto, sono rivolti a regolamentare rapporti di lavoro cui hanno “attaccato” anche quello delle badanti, ma è evidente che si dovrebbe inventare un contratto nuovo, da ricomprendere forse nel settore sanitario.
Chi legge queste norme non può fare a meno di immaginarsi quali siano le due parti: un cuoco, un autista, un portiere da una parte, e dall’altra un possidente, che può benissimo fare anche a meno del dipendente per ore e giorni, e arrangiarsi a guidare l’auto da solo, aprire la porta di casa o farsi due uova al tegamino. Non gli viene facile pesare invece che dall’altra parte ci sono anziani e invalidi che percepiscono per la maggior parte meno della metà di quanto corrispondono al lavoratore/lavoratrice, che non hanno perciò la possibilità di assumere/alloggiare/retribuire e mantenere un secondo lavoratore che sostituisca il primo quando questi fa le pause, i riposi, le feste, i corsi di aggiornamento, i corsi di lingua, e se va avanti così anche i corsi di informatizzazione, o, come dice la nuova piattaforma, altre sospensioni e permessi per ‘oggettive’ esigenze (corsi di danza?). Questa nuova piattaforma, come il contratto scaduto, non affronta ancora una volta quel problemino, mica da niente, che si presenta quando un lavoratore si ammala o va in maternità. Quale problemino? Quello che non ha chi ha un cuoco, un autista o una governante, e cioè di disporre di una ulteriore sistemazione per il sostituto. Perché se la badante si ammala, giustamente conserva diritto all’alloggio ed al mantenimento, ma intanto ne serve un’altra per badare all’assistito, ed andrebbe a sua volta alloggiata. Nessuno ha mai sollevato il problema, proprio perché questo contratto non è pensato per quel milione e mezzo di famiglie che ogni anno tirano fuori fra i 10 e i 15 miliardi di euro per le badanti, e che saranno le prime a non passare nel redditometro dell’Agenzia delle Entrate.
Paolo