Buongiorno,
considerato che il rapporto di convivenza già comprende 54 ore di prestazione, la risposta è negativa.
Faccio un'analogia con il mondo del lavoro privato: il datore di lavoro titolare del rapporto a tempo pieno, nel caso venga a conoscenza di ulteriori prestazioni svolte dal lavoratore, può chiedergli di cessarle al fine di avere un adeguato ripristino delle sue energie psico-fisiche atte a svolgere correttamente le sue prestazioni nei confronti del titolare del rapporto principale.
Nel caso il lavoratore continui non termini il secondo rapporto, il datore di lavoro principale potrebbe contestare ed eventualmente anche licenziare il lavoratore.
Tralasciando anche per sola ipotesi tutte le norme sul riposo, in questo caso mi sembrerebbe che già la prestazione in regime di convivenza sia già sufficientemente riempitiva di ogni spazio del lavoratore, l'ulteriore impegno delle due ore nel momento del riposo certamente comprometterebbe la prestazione principale.
Cordiali saluti.